Frequenze digitale terrestre: verso la neutralità tecnologica

Il Governo ha recepito la direttiva Ue sulla flessibilità tecnologica delle frequenze del digitale terrestre. Novità per Rai, Mediaset e H3G.

Frequenze digitale terrestre: verso la neutralità tecnologica

Venerdì scorso il Governo ha approvato un decreto legislativo che introduce anche nel mercato televisivo nazionale la flessibilità delle frequenze. Con questo decreto, l'Italia si allinea così all'Europa, recependo due direttive europee sulla neutralità tecnologica delle frequenze del 2009.

In base a questo provvedimento, che abolisce i vincoli nell'utilizzo delle frequenze tv, Rai, Mediaset e H3G, gli operatori che in Italia possiedono frequenze DVB-H (Digital Video Broadcasting - Handheld), cioè per la tv trasmessa ai telefoni cellulari e dispositivi mobili, possono decidere di convertirle in frequenze DVB-T o DVB-T2, cioè le frequenze usate dal digitale terrestre per le trasmissioni televisive.

L'Agcom e il ministero dello Sviluppo, però, possono anche attuare delle "restrizioni" al passaggio delle frequenze nel caso in cui si verifichino delle interferenze nella compatibilità delle frequenze.

Il recepimento della direttiva europea che, in nome della neutralità tecnologica, permette di utilizzare la stessa frequenza per diverse tecnologie, porterebbe Rai e Mediaset ad avere 5 frequenze, il numero massimo consentito dalla Commissione Europea. I due operatori televisivi non potrebbero quindi partecipare alla nuova asta Dtt (ex beauty contest) indetta dal Ministero dello Sviluppo Economico a cui potrebbe aderire anche la pay tv di Sky che lo scorso anno si era ritirata dalla competizione.

Il parere approvato dalla Camera ha chiesto al Governo di prendere in considerazione sia la gara che la riorganizzazione della banda 700Mhz prevista dal 2015, che permetterà l'uso delle frequenze tv anche per la banda larga mobile e che comporterà la ripianificazione e riorganizzazione di tutti i canali oggi in uso.

Con il decreto approvato venerdì, il Governo ha anche approvato i nuovi poteri dell'Agcom che seguono sempre il recepimento delle direttive europee. In base a questo, l'Autorità potrà imporre agli operatori telefonici la condivisione delle infrastrutture di comunicazione elettronica per lo sviluppo delle reti di nuova generazione (banda larga e ultra larga).

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